insubria by Giovanni Bánfi La storia 3. Milano e gli Insubri |
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Sappiamo dagli autori classici che gli Insubri, oltre che i primi arrivati, furono la tribù celtica più potente della Gallia Cisalpina, che riuscì, prima dell'intervento romano, ad estendere il proprio controllo sulle popolazioni vecine, riuscendo a creare una vasta entità territoriale che andava dalla Dora Baltea all'oglio e dai laghi al Po, e che alcuni autori hanno definito "impero insubre". Polibio, che nel descrivere la distribuzione delle tribù galliche nell'Italia settentrionale aveva parlato degli Insubri come del "popolo più grande", quando illustra il passaggio di Annibale attraverso le Alpi del 218 a.C., dice che esso avvenne mentre "i Taurini si robellavano agli Insubri", intendendo con queste parole che i secondi avevano esteso il loro dominio fino al Piemonte centrale. Infatti Tolomeo dice che gli Insubri confinavano con i Salassi, stanziati nella valle della Dora Baltea, ed enumera Novara, Como e Ticinum (Pavia) come città insubri. Poichè sappiamo che queste tre città non furono fondate dagli Insubri, possiamo pensare che esse erano passate sotto il loro controllo, almeno fino a quando la sconfitta contro i Romani riportò il confine occidentale del territorio insubre al Ticino. Il confine meridionale del dominio insubre fu sempre il Po, il che presuppone che essi fossero riusciti ad estendere precocemente il loro controllo sul territorio di Lodi, che Plinio dice essere stata fondata dai Boii. Durante la discesa di Annibale gli Insubri, alleati del cartaginese, riuscirono, a seconda dell'andamento della guerra, ad estendere periodicamente il loro potere anche su Casteggio (Clastidium), sulla sponda meridionale del Po, nel territorio degli Anamari, ma questa espansione fu limitata alle contingenze militari del conflitto con i Romani. Ad est il confine fu per lungo tempo disputato con i Cenomani lungo l'Oglio; la zona di Cremona fu insubre fino a quando, nel 218 a.C., i Romani vi fondarono la loro colonia. Il confine orientale del territorio degli Insubri fu in seguito posto dai Romani sull'Adda, evidentemente per premiare i Cenomani, loro fedeli alleati, a scapito dei vinti Insubri. Questa rivalità dimostra abbondantemente che le tribù celtiche, lungi dall'esprimere forme di solidarietà etnica, si comportavano come entità politiche autonome, spesso in aperto conflitto tra di loro. Il corso dell'Adda fu scelto ai tempi di Augusto come confine tra le regiones Transpadana e Venetia. Bergamo, fondata dagli Orumbovii, non fu mai insubre, e in seguito passò ai Cenomani. Verso nord il potere insubre si era esteso fino a comprendere il territorio di Como, definita oppidum da Tito Livio, della quale molti autori antichi ci testimoniano la subalternità politica nei confronti degli Insubri. Agli Insubri è attribuita la fondazione di Milano, che fu il loro centro principale e capitale tribale. L'ambiente naturale sembra poco indicato per la fondazione di una città (clima umido con inverni nebbiosi ed estati afose, nessun rilievo fortificabile, presenza di vaste paludi nella fascia meridionale, assenza di grandi fiumi navigabili), ma esso è ampiamente compensato dalla posizione , al centro geometrico del semicerchio costituito dalla catena alpina, all'incrocio di vie commerciali di importanza europea; inoltre,(...)la scelta dei siti di fondazione delle città era presso i celti determinata da criteri religiosi la cui logica spesso ci sfugge. E' molto dubbio che il nucleo primitivo di Milano andasse al di là di un semplice agglomerato di villaggi, poichè sappiamo che la civiltà celtica non era una civiltà urbana. Il territorio insubre, in contrasto con l'importanza attribuita a questa tribù dai testi classici, mostra scarsissime testimonianze archeologiche, a tal punto che è ancora incerto quale fosse il rito funebre originario. per il periodo tra il V e il III secolo a.C. conosciamo materiali scavati nel secolo scorso, in assenza di metodologia che ci permettano ora di risalire al contesto di provenienza: armi nelle tombe maschili e oggetti ornamentali in quelle femminili. Più abbondante è la documentazione relativa ai secoli successivi. I pochi reperti della cultura di Golasecca provenienti dall'area urbana di Milano(ripostiglio di Cascina Ranza, materiali dell'area di San Giovanni in Conca, necropoli dell'Ospedale di San Antonino) testimoniano la presenza di un primo centro che doveva estendersi per deciine di ettari, ma con un'occupazione a piccoli nuclei sparsi, con grandi spazi liberi all'interno del perimetro dell'insediamento. Questo primo centro proto-urbano ha continuato la sua esistenza anche dopo l'arrivo dei nuovi gruppi celtici all'inizio del IV secolo a.C.: risalgono a tale periodo i ritrovamenti di via Rastrelli, via Speronari, via Larga, via S.Prospero, piazza Fontana e degli scavi del battistero del Duomo. Poco si può dire delle istituzioni cittadine, che dovrebbero essere state evolute, poichè gli Insubri controllavano vasti territori, e dello sviluppo economico, che doveva essere basato sull'agricoltura e sui commerci, sia di ambito locale, sia di più ampio raggio con il mondo etrusco-italico e con quello celtico transalpino; le difficoltà incontrate dai Romani nella conquista della città fanno supporre l'esistenza di robuste strutture difensive. Dal III secolo si nota una contrazione netta delle testimonianze archeologiche, che può secondo alcuni essere spiegata pensando che l'abitato potesse aver assunto il ruolo di centro religioso, sede di culti comunitari delle popolazioni insediate nelle aree circostanti (Polibio parla di un tempio di una dea celtica, che egli identifica con lan greca Atena, dove in tempo di pace venivano conservate le insegne di guerra), oppure luogo destinato a riunioni politiche, assemblee tribali o concili: così l'insediamento stabile di popolazione può essersi fortemente ridotto. (...) Strabone, in età Augustea, dice che Milano era "un tempo villaggio e ora importante città". Infatti, solo dopo la conquista romana Mediolanum acquisì i caratteri di vera e propria città, capace di aggregare popolazione e attività economiche, e la sua felice posizione ne favorì lo sviluppo al punto che, nel IV secolo d.C., essa assunse persino il ruolo di capitale imperiale. Estratto dal bellissimo libro "I Celti e Milano" dell'amico Marco Fulvio Barozzi - Ed. La Terra di Mezzo - Milano |
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